After Effects: come ottimizzare il workflow
“After Effects 2017 ha aperto nuove prospettive nell’effettistica video professionale.
In questo articolo vi suggerisco come impostare al meglio il flusso di lavoro, evitando colli di bottiglia e accelerando i tempi di esecuzione.
I suggerimenti che fornirò in questo articolo si applicano anche alle precedenti versioni CC e in parte anche CS.“
Carlo Macchiavello – Post production video editor e Trainer certificato Espero
Il corretto Workflow con After Effects
L’utente autodidatta spesso cerca di raggiungere il risultato per tentativi, ma con un programma come After Effects è praticamente impossibile ottimizzare il proprio lavoro senza conoscerne a fondo la struttura e le possibilità.
Rallentamenti e vicoli ciechi (veri e propri cul-de-sac) rappresentano rischi concreti subito dietro l’angolo.
Più sono complessi i progetti, più è importante sfruttare i meccanismi di ottimizzazione dei progetti, e quindi è necessario conoscere a fondo il programma.
Coi programmi di compositing la RAM va sfruttata al meglio, evitando di sovraccaricare il processore per lasciarlo libero di dedicarsi a preview e processi di calcolo. Per questo i contributi devono essere manipolati in un formato adguato: il non compresso o il DI.
Il formato di registrazione DI Digital Intermediate è ideale per l’editing perchè la compressione è ottimizzata per richiedere minor risorse del processore a favore di un maggior spazio occupato su disco.
In tal modo il processore non deve occuparsi di caricare e decomprimere i singoli fotogrammi, ma si può dedicare direttamente alla loro manipolazione. Al contrario, i normali formati di registrazione compressa come H264 o mpg sono ottimali per video statici mentre su video in movimento, data la loro modalità di compressione tra un frame e l’altro, usano intensivamente il processore con inevitabili rallentamenti.
I codec ideali
Quindi un modo per rendere più fluido e scattante After Effects è convertire i filmati in formati ‘leggeri’ per la CPU usando i codec DI. IN particolare:
1. Apple Prores
2. Avid DnxHD/HR (conosciuto anche come codec broadcast VC-3)
3. Go Pro Cineform (che a dispetto del nome ‘proprietario’ è uno standard broadcast conosciuto come VC-5 dal 2003).
4. Codec GrassValley per Edius (utilizzabili anche al di fuori del pacchetto Edius).
Una soluzione ancora più efficace è quella scelta dalle più grandi aziende di postproduzione, cioè lavorare per sequenze di fotogrammi non compressi, quindi:
• TIFF non compresso
• DPX
• EXR
Quest’ultima è vista da After Effects come una sequenza video unica quindi è trasparente per noi utilizzatori, ma offre il minor carico possibile a memoria e processore, perché viene caricato il singolo fotogramma.
Nel precedente articolo puoi trovare una serie di accorgimenti pratici per velocizzare e ottimizzare il lavoro con After Effects.