Color Correction: imparare a vedere il colore per correggerlo – parte 1a: la percezione
“La correzione colore è un argomento ‘cult’ per chiunque si occupi di comunicazione digitale, video soprattutto.
La qualità dei nuovi mezzi di ripresa e le funzionalità integrate nei programmi software spingono ad essere esigenti sul colore dell’immagine.
Ma da dove partire? non ci sono dubbi, dall’osservatore… cioè dalla nostra percezione.“
Carlo Macchiavello – Post production video editor e Trainer certificato Espero
Nelle diverse fasi di un progetto creativo (creazione, produzione, post-produzione, export ) a volte ci si dimentica l’elemento fondamentale di fruizione, la combinazione occhi – cervello che nelle diverse situazioni percepiscono le immagini e le rielaborano in funzione di mille fattori.
Distinguiamo due situazioni nell’osservazione di una immagine: luce riflessa (es. in stampa) e luce emessa (es. a monitor).
Nella prima la luce si riflette sul pigmento della superficie stampata e arriva al nostro occhio; a monitor o con uno smartphone, la luce che riceviamo viene emessa dalla superficie osservata.
Con luce riflessa possiamo osservare un certo tipo di colore e di saturazione, perché oltre un certo punto non è possibile riflettere così tanta luce colorata senza perdere il colore stesso.
Nel caso della luce emessa invece la stimolazione luminosa può essere più forte, ma il cervello cerca di proteggere l’occhio chiudendo la pupilla, e quindi si perderà in morbidezza perché la chiusura della pupilla crea un maggior contrasto sulle immagini.
In sintesi l’osservazione di una immagine a monitor o stampata non può essere la stessa cosa, pur riproducendo tecnicamente le stesse condizioni.
Nell’occhio esistono due tipi di fotorecettori: i coni e i bastoncelli. I primi sono deputati alla percezione dei colori (funzione fotopica) e alla visione distinta. Sono di tre tipi in relazione alla lunghezza d’onda, e quindi alla gamma di colori, che riescono a catturare.
I bastoncelli, invece, sono di un solo tipo e intervengono nella visione notturna (funzione scotopica). Consentono di vedere in ambienti poco illuminati ma per contro la visione è poco nitida e senza percezione del colore.
I coni si attivano solo sopra una certa soglia luminosa, per percepire le diverse lunghezze d’onda. I coni detti corti “vedono” le tonalità del blu e in combinazione con i bastoncelli danno una percezione di dettaglio discreta.
I coni medi percepiscono le tonalità del verde e vengono usati dal cervello per leggere buona parte dei dettagli dell’immagine.
Infine i coni lunghi che vedono le frequenze alte intorno al rosso, per struttura percepiscono più cambi cromatici e meno i dettagli.
Inoltre è importante sapere che gli occhi umani non sono interscambiabili, hanno sensibilità (quantità di coni) diverse: l’occhio sinistro è più sensibile al colore ciano (più coni blu verde), mentre l’occhio destro ha una maggior sensibilità al rosso (più coni del rosso).
Questo è il motivo per cui gli unici occhiali colorati funzionanti decentemente per una visione 3D economica hanno questi colori invertiti (per sfruttare il principio della cecità al colore complementare).
Dato che è l’occhio sinistro che guida la messa a fuoco nel canale del ciano, spesso l’occhio destro ha problemi di fuoco riducendo ulteriormente il dettaglio nel canale delrosso.
Per tutte queste ragioni quando si parla di compressione del segnale video nel colore, il canale del verde viene sempre preservato al massimo della qualità, perché l’occhio potrebbe percepire maggiormente i difetti in quel canale, mentre sul blu e soprattutto sul rosso i nostri occhi identificano meno i difetti e i limiti visivi delle immagini, quindi la compressione può essere maggiore su questi canali.
Dopo aver parlato della percezione (l’occhio) non dimentichiamo l’elaborazione (il cervello).
Il cervello elabora in modo molto veloce o quasi istantaneo le immagini percepite per correggerle. Questo è il motivo per cui, mentre scattiamo una fotografia (soprattutto su smartphone) possiamo dal vivo non accorgerci di dominanti della luce, mentre la macchina fotografica e lo smartphone rivelano colori diversi più o meno dominanti nella scena.
Abbiamo un esempio eloquente in questa immagine; se copriamo il logo e guardiamo il gatto percepiamo la luce calda dell’immagine. Se poi fissiamo il logo Apple (quello storico 😉 su fondo giallo per venti secondi (tempo minimo per stimolare la rielaborazione colore del cervello) e quindi torniamo sulla foto del gattino, vedremo la luce più fredda, perché il cervello ha recepito e adattato il colore giallo, sottraendolo all’immagine.
In sostanza l’immagine catturata dalla retina non corrisponde quasi mai all’immagine che il nostro cervello ci trasmette; quindi non possiamo fidarci più di tanto di ciò che vediamo.
Prima di partire con operazioni tecniche di color correction sui software è quindi fondamentale comprendere come il cervello percepisce le immagini. Correggere le immagini senza una profonda conoscenza di come verranno percepite dallo spettatore sarebbe inutile e poco professionale.
Il tema della percezione del colore viene toccato, a diversi livelli, in molti dei corsi Espero a catalogo. Ad esempio:
Photoshop Intermedio, Photoshop Avanzato e Master Photoshop
Premiere Intermedio e Premiere Avanzato
After Effects Intermedio, After Effects Avanzato e Master After Effects
Davinci Resolve Intro e Color Intro
Final Cut Pro X 10.4 Professional Post-Production
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