Dispositivi Apple: eleganti dentro (design) e fuori (tecnologia)
Chi ripara i dispositivi Apple deve avere una marcia in più: tempo, pazienza e una formazione approfondita sono alla base di un comportamento professionale nei confronti dei clienti.
Fare le giuste domande al cliente, aiutarlo a ragionare sul suo modo di lavorare, fargli conoscere e apprezzare la tecnologia che tutti i giorni ha tra le mani ha un prezzo alto: molto tempo, tanta pazienza e un’adeguata formazione. Ma è esattamente quello che Apple chiede ai suoi tecnici in tutto il mondo. Questi comportamenti professionali permettono a un grande marchio di essere conosciuto e apprezzato, arrivando fino al risultato (raro oggigiorno) di creare affezione e stima per oggetti tecnologici costruiti con eleganza esteriore (design) e ‘interiore’ (tecnologia).
Questo è un bagaglio di conoscenze che ti porti a casa dopo aver seguito il corso Service Fundamentals, primo step per diventare un tecnico Apple certificato e altamente qualificato. Se vuoi diventare un tecnico di assistenza hardware Apple, è davvero fondamentale che tu conosca le metodologie richieste da Apple in tema di sicurezza e le linee guida per la gestione dei rapporti con la clientela.
Impari tutto ciò con una formazione ufficiale, ad opera di docenti certificati Apple, che lavorano da anni come tecnici professionisti e danno risposte certe e concrete ai tuoi dubbi. Ma una delle cose più importanti è che apprendi tecniche e procedure ufficiali non solo tramite spiegazioni del docente (fondamentali!), ma anche grazie a sessioni hands-on di smontaggio assistite nelle nostre aule/laboratorio: sono complete di tutti gli attrezzi richiesti da Apple, con i principali dispositivi e modelli su cui intervenire.
Un esempio di problematica da risolvere: un mouse Bluetooth che va a scatti
Un cliente si lamenta perché il mouse bluetooth va a scatti. Un tecnico sbrigativo e con spirito commerciale potrebbe risolvere il problema con una veloce, ma errata, soluzione, dicendo “Guardi, si è sicuramente guastato… Avrei un bel mouse nuovo che potrebbe fare al caso suo”.
Il tecnico Apple non dovrebbe mettere in atto comportamenti di questo tipo, perché nella sua formazione e nella certificazione è previsto un addestramento sui fondamentali (il corso Service Fundamentals appunto) che comprende una serie di regole di comportamento che deve tenere con il cliente che si reca da lui con un device guasto (o apparentemente tale) per la riparazione.
Per trovare la soluzione, dobbiamo tornare alle origini
Vi siete mai chiesti dove nasce la tecnologia Bluetooth? Fu inventata dalla Ericsson nel 1999 e prevedeva il collegamento massimo di sette dispositivi in contemporanea. Oggi è molto cambiata, ma il limite di sette connessioni è rimasto invariato: questa è un’informazione da tenere presente, in quanto alcuni dispositivi spesso occupano due canali. Ad esempio gli altoparlanti audio stereo occupano un canale per il segnale di destra e uno per il segnale di sinistra; oppure un auricolare bluetooth ne utilizza uno per ascoltare e uno per parlare. In questo modo si riduce il numero dei dispositivi che possono funzionare correttamente in contemporanea.
Apple, fin dal 2002, ha sfruttato nei suoi computer la tecnologia Bluetooth incorporandola nei dispositivi e nelle periferiche, a differenza di altri marchi che la considerano una necessaria aggiunta senza integrarla perfettamente nell’ecosistema tecnologico. Anche questa è eleganza.
Il tecnico hardware quando ripara un dispositivo non deve solo cambiare un pezzo o pulire un connettore, deve chiedersi in ogni momento quale sia la logica che c’è alla base, perché sia stato progettato in quel modo e perché sia stato messo proprio in quella posizione.
Ma torniamo al mouse Bluetooth
A partire da un’idea di Hedy Lamarr, un’attrice e inventrice di inizio secolo, gli ingegneri Apple (primi su tutti!) hanno utilizzato la Adaptive Frequency Hopping, quando nel 2003 hanno sviluppato il progetto del mouse e della tastiera Bluetooth: hanno inserito un trasmettitore che cambiasse canale almeno 160 volte al secondo (alcune fonti parlano di 1.600 volte al secondo, ma questo dipende dai dispositivi).
Tuttavia, può capitare che il mouse Bluetooth vada a scatti perché il cliente tiene costantemente vicino al computer oggetti di metallo o una grossa bottiglia d’acqua. Ebbene sì, l’acqua può assorbire onde radio causando qualche disturbo. Se la metto vicino alla tastiera Bluetooth non me ne rendo conto, perché il tempo che intercorre tra l’azione di un tasto e quella successiva è più lungo (pur essendo una frazione di secondo) rispetto al segnale continuativo che il mouse deve trasmettere per svolgere correttamente la sua funzione.
Quindi per risolvere il problema è sufficiente allontanare o spostare i materiali che assorbono le onde radio del mouse!