Come iniziare con Modellazione 3D e Rendering: il nostro webinar gratuito
Quando parliamo di 3D parliamo di un ampio universo di software capaci di fare cose molto diverse fra loro.
Come orientarsi in questo spazio?
A questa domanda daremo alcune risposte nel corso del webinar del 21 aprile con Paolo Formaglini, progettista architettonico e 3D specialist, dedicato proprio al mondo del 3D.
In particolare, se sei un grafico che ha sempre lavorato nelle due dimensioni, ti forniremo un assaggio delle opzioni a disposizione e una bussola per orientare i tuoi prossimi passi.
Il 3D è quello spazio virtuale in cui la nostra immaginazione riesce non solo a ricreare fedelmente qualcosa, ma anche a costruire nuove e inedite realtà da zero. Nonostante l’atto del disegno abbia a che fare col mondo della carta, e quindi del bidimensionale, spesso ci si domanda, come si disegna in 3D? E ancora, come si arriva a ricreare quel livello di fotorealismo?
Facciamo quindi un pò di chiarezza sui termini.
Come si disegna in 3D?
Disegnare in 3D potrebbe essere tradotto con il “modellare” in 3D; diversi software si occupano dell’aspetto della modellazione, ovvero della creazione di elementi da zero. Esistono diverse metodologie per disegnare in 3D delle superfici, come ad esempio le NURBS o i poligoni, oppure scolpendo (virtualmente) delle masse 3D. Dagli inizi degli anni ‘90 ad oggi i metodi di modellazione sono piuttosto cambiati e si sono evoluti all’insegna di una maggiore facilità per l’utente. A volte modellare non è nemmeno considerato uno step necessario visto le numerose librerie, più o meno gratuite, dove reperire file già pronti contenenti quello di cui abbiamo bisogno.
Dobbiamo modellare l’interno di una casa? Troveremo piuttosto facilmente, nei formati di cui abbiamo bisogno, sanitari, mobili e accessori già modellati in 3D da posizionare con il nostro software nell’ambiente che abbiamo creato.
Tra i software più popolari e usati per modellare in 3D troviamo Autodesk Maya, Autodesk 3ds Max, Maxon Cinema 4D, Pixologic ZBrush e il più famoso tra gli open source: Blender. Ognuno di questi software ha interfacce utenti e capacità diverse, ma ormai tutti sono in grado di sostenere capacità di creazione di modelli 3D in maniera professionale e soddisfacente.
Modellare in 3D
Come restituiamo fotorealismo ai nostri progetti 3D? Tramite una tecnica nota con il nome di rendering. Un processo piuttosto intensivo per il nostro hardware che ci permette di trasformare i nostri modelli, organizzati in scene, in vere e proprie immagini, più o meno foto-realisticamente.
Ma tra il disegnare in 3D e fare un rendering 3D c’è un mare di operazioni e passaggi da tenere in considerazione. Avremo bisogno infatti di assegnare dei materiali ai nostri modelli. I materiali possono simulare fedelmente alcune caratteristiche che troviamo nel mondo reale. Se ad esempio modellassimo in 3D un bicchiere, avremmo poi bisogno di applicare al bicchiere un materiale che ha un indice di rifrazione (IOR) coincidente con quello del vetro. I materiali spesso poi includono texture. Immaginate infatti di aver realizzato una parete piastrellata per uno spazio espositivo o per un interno. Sarà necessario creare una texture che abbia il motivo delle piastrelle da assegnare al materiale e quindi assegnare quest’ultimo alla superficie.
Molti prodotti 3D gestiscono con successo l’applicazione di materiali con texture, ma realizzare delle texture significa uscire dal mondo 3d per qualche tempo e creare quello di cui si ha bisogno in software come Adobe Photoshop o Illustrator.
Il rendering (ma prima, le luci!)
La nostra scena 3D, così come in una fotografia reale, però non è ancora definita e creata perché manca un ingrediente fondamentale: la luce!
I programmi 3D dispongono di numerose tipologie di luci, come i faretti o le luci puntiforme. Le luci sono l’elemento chiave da gestire prima del rendering per raggiungere un elevato livello di fotorealismo. Dalle luci infatti dipendono le ombre, ma anche le cosiddette caustiche, cioè i fenomeni fisici di riflessione e rifrazione tipiche dei materiali trasparenti come l’acqua ed il vetro quando sono colpiti dalla luce.
Alcuni dei software 3D sopra citati includono già dei motori di rendering potenti ed affidabili, ma quasi tutti mettono a disposizione l’integrazione con dei motori esterni che offrono un grado di controllo ancora più sofisticato. Tra i motori di rendering più popolari troviamo V-Ray, ad esempio, che può essere acquistato ed integrato con Cinema 4D ma anche Autodesk Maya. Oltre a V-ray troviamo prodotti come Mental Ray, sviluppato da Nvidia, anche questo disponibile come plug in per Autodesk Maya e 3ds Max.
Questi motori di rendering possono anche essere esterni, stand-alone, ma di solito per chi muove i primi passi nel mondo del 3D è bene avere la possibilità di sfruttarli dentro al software che si è scelto di usare, in modo da avere un flusso di lavoro più fluido.
Ovviamente il mondo del 3D non si esaurisce nella modellazione e nel rendering. Potremmo infatti anche voler animare le nostre scene o personaggi.
Come notate le possibilità sono davvero illimitate, per questo nel nostro webinar con Paolo Formaglini cercheremo di capire meglio cosa scegliere e come orientarsi in questo universo.